PERCORSO://Nel Giorno della Memoria le lettrici del Liceo Artistico danno voce a Élie Wiesel

Nel Giorno della Memoria le lettrici del Liceo Artistico danno voce a Élie Wiesel

Le lettrici del Liceo Artistico danno voce a Élie Wiesel nel Giorno della Memoria

La mattina di venerdì 26 gennaio il gruppo delle ragazze lettrici della VC del Liceo Artistico sono state chiamate a celebrare la ricorrenza del Giorno della Memoria durante la cerimonia organizzata dalle Istituzioni locali che si è tenuta presso il Cimitero Monumentale di Orvieto. Davanti alla cappella privata della famiglia israelitica Trevis di Orvieto, il Prefetto di Terni, il Sindaco di Orvieto, un rappresentante della Comunità ebraica di Roma e l’Assessore alla cultura, accompagnati da un gruppo di personalità della città, hanno ascoltato con molta attenzione la lettura ad alta voce delle nostre ragazze.
Giornata della memoria 2018Le lettrici del Liceo Artistico hanno alle spalle un anno e mezzo di esperienza: la Nuova Biblioteca Pubblica Luigi Fumi le ha viste (e sentite!) cimentarsi per i bambini della scuola elementare con Le streghe Il GGG di Roald Dahl, poi con La notte di Wiesel, con due Racconti di Anton Čechov e recentemente con La tregua di Natale Lettere dal fronte. <
Non è stata solo la perizia delle ragazze, che sono ormai brave ed esercitate alle letture in pubblico (e che conoscevano bene l’autore e il testo), ma sono state le parole di Élie Wiesel che hanno dato un senso profondo a quel momento che avrebbe potuto ridursi ad una celebrazione istituzionale, e doverosa, della Memoria della Shoah.
Si è trattato di una lettura breve, tuttavia così intensa, quasi in una sospensione di tempo, di un turbamento che non dimenticheremo.
Partendo dalle prime terribili riflessioni tratte da “La nuit”, quando Wiesel si ripromette di non dimenticare Mai quella notte, e Mai quel fumo e Mai i bambini e Mai quelle fiamme e Mai quel silenzio notturno che gli ha tolto il desiderio di vivere e Mai la morte dei suoi sogni e l’assassinio del suo Dio, fino alle ultime, tratte dal suo “Coeur ouvert”, in cui riversa la sintesi della sua lunga e ricca speculazione sugli interrogativi su se stesso e su Dio. Bilancio di un’esistenza e di una missione, ci lascia la sua eredità spirituale di fiducia nell’uomo “malgrado gli uomini”, nel linguaggio, che noi possiamo rendere strumento di comprensione e di consolazione, nella memoria, che sopravviverà alla morte fisica. E ci ricorda che l’uomo può scegliere il bene e l’offerta di sé all’altro, unica risposta alla domanda sul significato della nostra vita.
Quasi spiazzante, infine, il ribaltamento di prospettiva operato dal filosofo: il miracolo che la storia di disperazione della Shoah sia diventata una storia contro la disperazione.
Prof.ssa Marella Pappalardo

 

2018-02-20T14:20:44+01:00