Gli studenti  del Liceo Classico, del Liceo Scienze Umane e del Liceo Economico e Sociale hanno partecipato ad un progetto PON-FSE e FDR – Apprendimento e socialità10.02.2A-FDRPOC-UM-2021-25  sul cinema. La “settima arte” è entrata a far parte delle loro esperienze e del loro bagaglio culturale. Con l’aiuto di un esperto: Miro Evangelisti, film maker che ha studiato alla New Film Academy di New York e laureato in cinematografia presso l’Università Roma Tre di Roma con numerose esperienze nel settore, i ragazzi hanno creato il loro cortometraggio cimentandosi con le molteplici espressioni del mondo del cinema e del set cinematografico: la scenografia, i dialoghi, la recitazione, la musica, i costumi, la scelta delle locations, la fotografia e in particolare la tecnica. Stanley Kubrick diceva: “Il miglior modo per imparare a fare un film, è farne uno” ed i nostri ragazzi hanno realizzato il loro progetto chiamato “UNO FA LA DIFFERENZA” toccando temi e problematiche molto attuali.

Perché questa scelta? La necessità di portare il cinema a scuola nasce anche dal ruolo che questa arte ha.  Utilizza un linguaggio che gli alunni conoscono e comprendono anche meglio di quello scritto; consente di modificare lo stimolo rispetto all’insegnamento tipicamente verbale della scuola. La grande potenza del cinema consiste nella possibilità che ha di rimandare in modo immediato e concreto ad ambiti spaziali e temporali definiti e a soggetti in carne ed ossa, per cui può diventare molto utile per descrivere un fatto o presentare un problema. Inoltre, grazie alla sinergia del linguaggio parlato, visivo, gestuale e musicale, ha una forte presa emozionale che consente il coinvolgimento e l’identificazione suscitando interesse, interrogativi e motivazione all’approfondimento di un tema e soprattutto ci fa pensare e non banalizzare tutte le cose come purtroppo avviene con gli altri media.

Un film ci permette di “vedere” e ciò lo rende uno strumento assolutamente indispensabile in tutti quei percorsi interculturali che cercano di avvicinarsi e conoscere l’altro. Il bullismo, i cambiamenti climatici, la solitudine e l’indifferenza sono alcuni dei temi toccati dagli studenti.  Infatti un filmato proprio per il suo carattere visivo è in grado più di qualunque testo scritto o narrazione orale, di descrivere lo spazio e quindi di mostrare ambienti concreti, di presentare soggetti reali nella loro dimensione quotidiana, di far percepire situazioni, oggetti, gesti diversi a cui siamo abituati. Permette quindi di entrare in contatto e di osservare realtà diverse e questa può essere l’occasione per relativizzare le proprie certezze e per chiedersi le ragioni delle differenze o delle somiglianze nei valori, nei desideri o nelle strategie di sopravvivenza, di sofferenza e di gioia. Attraverso il linguaggio audio-visivo in breve tempo si mette a fuoco una storia che emotivamente può anche essere la nostra storia che non abbiamo avuto il coraggio di raccontare precedentemente.

Di seguito le impressioni di una studentessa, Miriam: “è stata un’esperienza innovativa e colma di spunti, soprattutto per ragazzi che una volta conclusa la scuola superiore, desiderano avvicinarsi alla realtà cinematografica. Tra risate, preparativi, montaggio e riprese le emozioni condivise sono state tante e hanno contribuito nella creazione di un gruppo saldo ed operativo. Abbiamo imparato a vedere “oltre” , a tutto quello che è la visione di un film, portati ad una maggiore consapevolezza dell’impegno e degli innumerevoli sforzi che assieme all’entusiasmo e al divertimento ci hanno accompagnato nella scoperta di quell’incredibile mondo denominato cinema”.